Il tribunale di Foggia, sezione lavoro, ha finalmente superato l’opprimente ingiustizia causata dall’istituto previdenziale nel calcolo delle pensioni in favore dei coltivatori diretti e con partecipanti familiari che vantino anche contribuzione come operai agricoli.
Ancor oggi, l’INPS nel calcolare la quota pensionistica da attribuire al fondo previdenza lavoro dipendenti, opera un’ingiustificata rivalutazione delle settimane mantenendo invece inalterata la retribuzione percepita.
In breve, per tutti quei coltivatori diretti che in alcuni anni hanno anche prestato alcune giornate come operai agricoli (conto terzi), l’istituto, nel quantificare la retribuzione media settimanale, trasforma quelle poche giornate in 52 settimane non rivalutando anche la retribuzione che, pertanto, rimane quella percepita per le poche giornate di lavoro.
Di qui il gravissimo pregiudizio che il tribunale di Foggia ha finalmente lenito dando corretta applicazione alla legge 335/1995-247/2007 e 214/2011 nonché alla circolare 184/1995.
Conseguentemente laddove come dedotto dal tribunale si mantenesse inalterata la contribuzione e la rispettiva retribuzione, al coltivatore diretto spetterebbe una pensione correttamente liquidata addirittura pari al doppio (come emerge dalle casistiche affrontate) della pensione corrisposta dall’istituto.
Per una migliore comprensione alleghiamo la sentenza e anche un estratto del prospetto di calcolo errato dell’istituto.
Avv. Francesco di Natale
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